Il match di semifinale della SuperCoppa LNP di serie A/2 maschile nazionale è risultato, a mio modesto parere, quanto mai esplicativo riguardo le attuali tendenze tecnico-tattiche.
Da una parte una squadra, la Old Wild West APU Udine di coach Boniciolli, con lunghi di ruolo come Pellegrino e Walters, che riempiono l’area e cercano soluzioni dal pitturato, ali e guardie classiche, con una normale ripartizione delle soluzioni da due (36) e da tre (16), dall’altra la Gruppo Mascio Treviglio, allenata da Michele Carrea, senza veri centri di ruolo, con veramente poco gioco interno, ed una esasperata ricerca del tiro da tre punti (33) a dispetto di quello da due (22), che non sia frutto di contropiede primario o transizione.
In comune tra le due squadre l’essersi affidati a play-guardia (Cappelletti, Giuri, Lautier-Ogunleye per i friulani; Rodriguez, Bogliardi, Venuto per i lombardi) e non a veri registi, ruolo ormai da considerare, al pari di quello del pivot, ormai vecchio ed in disuso. Con il suo gioco, con soluzioni equamente ripartite tra lunghi ed esterni, Udine ha dominato i primi due quarti, accumulando margini di vantaggio inferiori a quanto mostrato in campo. Nella ripresa la situazione è stata cambiata, ed addirittura ribaltata, dall’ingresso della coppia Bogliardi-Reati. Il play, giovanili Orange Bassano, ha iniziato a sfruttare nel migliore dei modi il pick and roll, penetrando nel cuore della difesa friulana ed innescando i tiri da tre di Reati e Lupusor, che hanno colmato il gap.
I registi in maglia bianconera, in questi momenti, non sono parsi fare le giuste letture, in particolar modo insistendo nel continuare a cercare l’isolamento dei lunghi, con la difesa trevigliese a collassare sempre di più in area, costringendo Udine a tiri forzati e palle perse. Come sia finita è noto. L’estremizzazione del gioco di Treviglio ha avuto la meglio, ma credo che a lungo termine, e per coltivare ambizioni a lungo termine, sia molto condizionante. Udine ha pagato dazio col proprio assetto tradizionale, ma penso possa essere alla lunga premiante, magari con qualche piccolo adattamento e correzione, che Boniciolli e Martellossi avranno già in mente. Su queste mie opinabilissime letture sarei lietissimo di conoscere il pensiero e le valutazioni di chi ha la bontà di seguirci. Buon basket a tutti ed a tutte.