Il credo di Pancotto
dopo la prima di A

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Il decano degli allenatori di basket in attività, il migliore della serie A l’ultima volta nel 2016 alla guida di Cremona dopo il primo premio guadagnato nel 2006 alla Snaidero Udine, concede il bis per il nostro blog. Non può che farmi piacere, oltre a esserne lusingato, ben sapendo – ribadisco e chiarisco – che quando e se tornerà in panchina lo perderemo quale nostro prezioso collaboratore. Il suo non è un commento “gridato” alla massima serie, ma propone riflessioni turno per turno che inducono a valutare aspetti che magari sfuggono a chi non ha la responsabilità della gestione e della guida di una squadra. Riflessioni che sono dettate dall’esperienza “millenaria” da “self made coach”.

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ANCHE SOCIAL E BUDGET GIOCANO LA LORO PARTE

di Cesare Pancotto

Con la prima di serie A si è aperto il “contenitore” delle 30 partite più i play-off.

1) Il campionato inizia con la prima partita, ma non finisce dopo la prima gara; nè dopo la prima vittoria e/o sconfitta. Va considerata, inoltre, la “differenza punti” di ogni partita, da tenere sotto controllo perché al termine delle 30 gare può decidere la lotta per la salvezza, per i play-off o per la migliore posizione nella griglia scudetto: dare importanza ad ogni possesso, deve voler dire questo.

2) La partita diventa l’elemento da/per giudicare, ma quello che serve per produrla è il lavoro preparatorio che va dalla costruzione del gruppo (squadra) alla dinamica della sua gestione, alla capacità di comunicare (fondamentale), alla preparazione tecnico-tattica, motivazionale, con annessa tempestività e decisionalita’ nella partita e, infine, gestione post-gara per indirizzare il lavoro settimanale per la partita successiva. È tutto connesso, è tutto importante.

3) Social e loro dinamiche: “Anche se non vuoi interessartene, loro si interessano di te”. Se prima si aspettava l’apertura delle edicole al mattino, oggi i giudizi sono in tempo reale, un “play by play” di interventi durante la partita con annesso giudizio finale, sia sul risultato sia sulle scelte fatte durante la partita. Dinamicità, contraddittorietà possono diventare facce di una stessa medaglia. Diventa importante per gli “addetti ai lavori” seguano e mantengano un loro percorso, concentrandosi e migliorando quello che hanno fatto e non su quello che hanno detto o diranno. Senza per questo togliere valore ai social.

4) Non esiste una equità competitiva in termini di budget, nè formule (tipo Nba) per equilibrarle. Per cui i gap tecnico-tattici, di talento e lunghezza del roster bisogna pensare di ridurli con idee, lavoro, concentrazione, motivazione affinché nel corso delle 30 partite ti possano permettere di rendere “possibile, l’impossibile” battere una grande.

Cosa è successo dopo la prima: dimissioni di coach Repesa, due coach esordienti (Varese e Brescia), due coach tornati in serie A dopo molti anni (Sassari e Trieste), già un over time, quattro gare con scarti da 1 a 3 punti, quattro vittorie in trasferta. Si è tirato male da 3 punti, meno quattro squadre. Elastico up/down nei punteggi, tipico di inizio campionato. Purtroppo, tanti infortuni e da giovedì 30 settembre inizia l’Eurolega.

Foto copertina is licensed under a Creative Commons CC0 Universal Public Domain Dedication license. https://pixabay.com/vectors/basketball-clip-art-vector-ball-4264543/

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