Il March Madness 2024 si è concluso con la conferma dell’università di Connecticut. Nella finale gli Huskies hanno avuto ragione abbastanza agevolmente di Purdue University per 75-60, nonostante ancora una prestazione super del centro All American Zach Edey, 37 punti e 10 rimbalzi. I ragazzi di coach Dan Hurley hanno letteralmente dominato questa edizione delle finali del college basketball, dimostrandosi di un livello superiore a tutti, con una media di +23 punti di scarto nelle sei gare del torneo. Nelle file dei vincitori è da segnalare la prestazione delle due guardie: l’ultimo anno Tristen Newton, 20 punti, e il primo anno Stephon Castle, 15, probabilmente anche lui destinato a essere scelto al prossimo Draft Nba. Con la sesta vittoria UConn raggiunge al terzo posto North Carolina University nella classifica degli atenei più vincenti della storia, capeggiata da Ucla con undici tornei, seguita da Kentucky University a otto.
Archiviata questa stagione, già si guarda al prossimo torneo e uno dei temi caldi sono le panchine. Nel college la figura del coach ha un’importanza molto superiore a quella nel mondo dei pro. Un coach di nome significa attrarre i migliori prospetti in uscita dalla High School e, quindi, costruire formazioni capaci di vincere la propria Conference, andare alle finali nazionali e magari diventare la numero 1. Infatti, sta facendo molto rumore il trasferimento dell’Hall of Fame, coach John Calipari, dopo 15 anni e un record di 410 vinte e 123 perse, campione Ncaa nel 2012, dall’Università di Kentucky ad Arkansas, dai gatti selvatici ai cinghiali. Contratto di cinque anni per circa 8,5 milioni di dollari + bonus all’anno. Altro tema, che diventerà sempre più caldo con l’avvicinarsi della data ultima per essere scelto nel Draft 2024, quello dei giocatori che escono anzitempo dai quattro anni di eleggibilità. Tra i primi a dichiararsi c’è il figlio di Lebron James, Bronny. Chissà se vedremo il prossimo anno giocare insieme padre e figlio, a Los Angeles o magari a Cleveland, in Ohio.