Memorial Fabio Colutta e Tita Conti a metà settembre a San Daniele e memorial Piera Pajetta al Carnera di Udine a fine agosto – inizio settembre sono la faccia della stessa medaglia. Hanno messo a nudo, e forse non sono gli unici tornei a evidenziarlo, il problema degli addetti al tavolo di gara nei tornei estivi.
Certamente i tesserati Cia, arbitri e ufficiali di campo, possono commettere errori. Questo è umano ed è ancora più comprensibile avvenga nelle fasi di preparazione al campionato che, come per le squadre, anche per loro sono una fase di rodaggio. L’importante è che chi di dovere non si nasconda davanti ai loro errori anche se tuttavia, come si può capire, preferisce affrontarli nelle sedi opportune senza dovere necessariamente fare pubblici processi. La categoria, però, non ci sta a vedersi addossare responsabilità che ritiene altrui. Altrui perché non sempre i tavoli di gara nei tornei estivi sono fatti del tutto da tesserati Cia e ciò per motivi di economie addotte nell’organizzare le kermesse precampionato.
Nel caso di San Daniele solo due ufficiali di campo erano tesserati Cia; il terzo per scelta della società organizzatrice, per contenere i costi appunto (200-250 euro la prima sera delle semifinali a San Daniele, la seconda spesa dimezzata perché c’era solo una finale), era fornito dalla stessa. Su questo dato di fatto le parti, nel caso specifico, concordano. Dopo di che le opinioni divergono. Fonte Cia sostiene che è il terzo non tesserato ad avere commesso l’errore, sia interrompendo per sbaglio il tempo sia inserendo il punteggio errato sul tabellone, che ha scatenato le proteste mentre il referto riportava correttamente l’andamento della gara. La società organizzatrice dice che c’è stata una compartecipazione della refertista. Noi il referto non l’abbiamo visto, ma non è questo il nodo più importante da sciogliere.
Resta il fatto che purtroppo le società, per risparmiare e si sa che mamma Fip aiuta a fatica (i premi Nas per la C unica, quinta serie, sono stati transitoriamente scontati solo a maggio scorso se no la categoria veniva a costare come la defunta C Gold, quarta serie), in fase di autorizzazione dei tornei chiedono siano designati un numero di ufficiali di campo inferiori a quelli previsti nelle gare di campionato decidendo di assumersi direttamente l’onere di tali compiti; non sempre magari individuando persone con sufficiente preparazione. Per il Cia dovrebbero sempre essere designati gli ufficiali di campo in numero equivalente a quello previsto dal livello del torneo. Sempre che siano disponibili in numero sufficiente e qui si apre un altro doloroso capitolo poiché, se gli arbitri sono pochi, gli UdC sono razza in via di estinzione… Qui siamo al gatto che si morde la coda perché, se per gli arbitri si è pensato d’istruire i volontari, per gli ufficiali di campo chi istruiamo se ce ne sono di meno o non ce ne sono?
Lo stesso discorso fatto per il torneo di San Daniele, dice fonte Cia, si può fare per il memorial Piera Pajetta al Carnera. In tal caso, l’addetto all’aggiornamento del punteggio e all’utilizzo del complesso sistema era un dirigente della società di casa; esso ha sbagliato, assicura sempre la Cia e non il servizio segreto Usa, e non gli ufficiali di campo designati che avevano la situazione pienamente sotto controllo.
Morale, viste le difficoltà economiche, organizzative e di personale per mettere insieme i tornei estivi della nostra pallacanestro italica probabilmente sarebbe opportuno che gli addetti ai lavori, tesserati in primis, facciano affermazioni con cognizione di causa e che i toni siano comunque meno polemici tenuto conto della valenza delle gare che in questa fase sono disputate. Anche perché ci pensa già qualcuno tra il pubblico, com’è successo al palaFalcone e Borsellino di San Daniele mentre il Carnera è più dispersivo, ad alzare i decibel della protesta e a farsi prendere dall’impazienza. Poi, in campionato che facciamo?