Pillastrini: veterani protetti
non certo i giovani
devono giocare almeno in A2

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Stefano Pillastrini è stato sentito da Enrico Schiavina per il Corriere di Bologna. Ecco un estratto dell’intervista.

<Io vengo da un’epoca in cui il protezionismo c’era sul serio. Serie A con due americani e basta, giovani coccolati, pesanti investimenti sul vivaio perché poi si facevano soldi veri vendendo i cartellini. Eppure producevamo grandi giocatori, andavamo alle Olimpiadi ed eravamo competitivi col mondo slavo. Da quando è saltato quello schema, e parlo di tanti anni fa, non abbiamo fatto altro che mandare i ragazzi allo sbaraglio dicendogli: giocate quando siete pronti. È chiaro che così non giocheranno mai>.

<Sono un convinto sostenitore del protezionismo. Ma non quello che c’è adesso, che non protegge nulla, se non i veterani italiani, a cui poi giocare minuti veri interessa poco, fanno il cambio dell’americano e guadagnano bene. Un vero protezionismo sui giovani non c’è. Non è vero che se un ragazzo è bravo il posto per giocare lo trova, oggi è difficilissimo anche per i migliori. Ed è logico che nessuno investa, formare giovani dà ritorni economici irrilevanti, sono investimenti in perdita>.

<Almeno dall’A2 in giù bisogna imporre la presenza dei giovani. Ma attenzione, in campo, non a roster. So che molti non sono d’accordo, ma va trovato un modo di far stare in campo chiunque sia eleggibile per la Nazionale. Poi vorrei un tavolo immediato allenatori-vivai-dirigenti di club per capire come coniugare il tutto a livello politico. E vincoli anche sulle serie inferiori. Poi rivedere la durata dei campionati giovani, inutilmente lunghi, perché contano i singoli e non le vittorie di squadra. Specie i centri, che all’inizio spesso ti fanno perdere, così restano indietro. L’argomento è vastissimo, avrei molte altre idee che fatico a sintetizzare>.

PianetaBasket.com ha rilanciato l’intervista a Pillastrini, introducendola così: <Stefano Pillastrini, attuale coach a Cividale in serie A2, è considerato un vero esperto nel lancio dei giovani (“ho vinto di più con loro che con i vecchi”) e ha esposto alcune delle sue idee sul futuro della pallacanestro italiana in questo momento di crisi nella produzione dei ricambi generazionali sulle colonne del Corriere di Bologna>.

Rispetto all’estratto di cui sopra, PB.com ha un’annotazione finale del Pilla in più: <Credo sia una questione culturale: in Spagna se uno merita gioca anche nel Real Madrid. L’Under 17? E’ eccellente, così come la Under 20. Ma vedremo quanti di questi talenti troveranno da giocare sul serio>.

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L’intervista a Pillastrini del Corriere di Bologna, di cui ringraziamo il collega Enrico Schiavina, e il rilancio da parte di PianetaBasket.com cadono a fagiolo. Abbiamo ripreso anche la chiosa finale del Pilla perché abbiamo già avuto modo di lanciare, in un post sul rumore che ha fatto sul mercato di A2 l’ingaggio alla Libertas Livorno del 38enne Adrian Banks, la sfida che prospetta pure lui. L’Italia Under 17 ha bissato al Mondiale 2024 l’argento vinto, più meno con lo stesso gruppo, anche all’Europeo U16 dell’anno scorso. Vedremo, abbiamo scritto, quanti azzurrini del 2007 (tra l’altro l’annata di suo figlio Tommaso Pillastrini) l’Italia saprà lanciare. Dove per Italia non intendevamo la Nazionale in senso stretto, già a proposito della quale comunque il presidente federale Gianni Petrucci è preso dalla nuova suggestione di naturalizzare il promesso sposo Donte DiVincenzo non pago della ferita aperta da Paolo Banchero. Non ci siamo allargati, volutamente, all’Italia U20 per non sconcertare troppo il piccolo mondo antico della Piccola Patria, dove Udine è Udine e Cividale il contado, anche se è città ducale. Ebbene, in quella Italia U20 ci sono tre giocatori regionali. Uno lo è per nascita e formazione cestistica all’Azzurra, il triestino del 2004 Filippo Gallo appena transitato alla Reggiana dall’Ucc Piacenza via Cremona. Gli altri due, invece, sono stati importati dalla Ueb Cividale e sono addirittura due 2005, anche nel giro del Green Team nazionale sperimentale alle spalle di quella maggiore. Si tratta di Leonardo Marangon, al bis in maglia ducale società con cui ha prolungato, e Francesco Ferrari, nuovo arrivo dal College Borgomanero. Non li abbiamo voluti tirare in ballo per non caricarli di responsabilità eccessive, ma anche perché il loro gruppo di azzurrini non ha alle spalle una doppietta argento iridato e continentale. Non è un caso però, visto come ragiona il Pilla da sempre, che giochino a Cividale e, siccome siamo partigiani del futuro e del buon senso, non temiamo di dichiararci per l’ennesima volta. Troviamo più appagante seguire un progetto futuribile piuttosto che una banda di trentenni pronti all’usa e getta, che nella prossima A2 a venti squadre sarà vincente solo per due di loro, una promossa diretta in A e l’altra ai play-off che seguiranno le trentotto partite di stagione regolare. Fatica improba se non hai più vent’anni nelle gambe.

Eppure nell’intervista “giovanilista” a Pillastrini tra le righe abbiamo forse trovato una spiegazione alla frattura creatasi a Cividale con Federico Vecchi, già coach – manager della Virtus Bologna e scopritore di un talento bandiera quale Alessandro Pajola. Il Pilla dice che rispetto al protezionismo sui giovani del passato, quando si facevano quattrini vendendo i cartellini mandati definitivamente nel dimenticatoio dal regime di svincolo appena introdotto, <è logico che nessuno investa, formare giovani dà ritorni economici irrilevanti, sono investimenti in perdita>. Ebbene, Federico non la pensa così e ci aveva aperto il cuore al convegno di Codroipo sulla ripresa dell’attività nel post Covid quando, dati alla mano della sua esperienza alla Virtus Bologna, ma anche di quella più ludica e sociale fatta a Ravenna, aveva dimostrato invece che investire sul settore giovanile ripaga in termini di premi Nas, allargamento della rosa in prima squadra, fidelizzazione di giocatori, territorio e piccoli sponsor indotti, partecipazione anche a bandi comunali, regionali e con contributi europei pure per centri vacanza o scolastici. Più o meno la stessa, identica lezione impartita dal manager Alessandro Dalla Salda, allora factotum della Reggiana finalista scudetto partendo dalle sue giovanili, a un clinic collaterale all’Europeo Under 16, con l’Italia di bronzo guidata da Alessandro Guidi e Gregor Fucka, ospitato a Udine nel 2019. Peccato che, al di là di contingenti questioni di reclutamento, al termine di una seconda stagione di A2 appagante alla fine, ma stressante nella prima metà del 2023 si scinda un binomio “giovanilista” come quello formato da Pillastrini e Vecchi, che era anche diventato il vice della Pilla in prima squadra. Consoliamoci con Marangon e Ferrari.

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